DIABETE E SPORT

DIABETE E SPORT

Come tutti sappiamo, nella gestione di una patologia complessa come il diabete è essenziale, oltre a una sana alimentazione, anche una corretta attività fisica: l’esercizio aerobico regolare, infatti, migliora il compenso glicemico e riduce il rischio di complicanze.

È purtroppo dimostrato che l’aumento dell’incidenza del diabete tra le popolazioni occidentali è associato alla diminuzione dell’attività fisica, con conseguente incremento dell’obesità: oggi ci si muove sempre troppo poco o rispetto a ciò che si mangia.

Un’attività fisica regolare, oltre a migliorare le condizioni insulinemiche di un individuo, è un’importante fattore nel miglioramento delle performance cardio-respiratorie, nella capillarizzazione muscolare e ossigenazione tissutale. Nei diabetici insulino-dipendenti, l’esercizio fisico è stato per anni ritenuto un importante presidio terapeutico in quanto esercita un’azione sinergica a quella dell’insulina sul decremento glicemico.

Nella gestione del diabete, è fondamentale prendere in considerazione molti fattori, tra cui l’automonitoraggio della glicemia, la quantità di carboidrati assunti, l’attività fisica e il proprio fabbisogno di insulina, per garantire un corretto controllo glicemico e ridurre i rischi di complicanze. Molti fattori possono influire sulla glicemia durante l’attività fisica, tra cui l’intensità dello sforzo, l’insulina presente nell’organismo, l’apporto di carboidrati e la forma fisica. È importante parlare di questi aspetti con una figura specializzata e preparata per capire come adeguare la propria gestione del diabete.

Come professionista sportivo ed esperto in nutrizione, mi capita spesso di rispondere a domande come quelle che vi propongo di seguito:

D: “Gli integratori alimentari possono interagire con il diabete?”

R: “Sì, alcuni tipi di integratori alimentari possono avere tra di loro effetti collaterali e una possibili interazione con i trattamenti farmacologici per il controllo dell’insulina…”.

D: “Esistono integratori alimentari che possono aiutarci a migliorare la convivenza con questa patologia?”

R: “Dipende. L’utilizzo di un integratore alimentare, se consigliato da un professionista sanitario, un medico o un farmacista, può sicuramente essere un ottimo aiuto specialmente per quei casi definiti ‘patologie border line’, ovvero in quei pazienti in cui l’utilizzo di un farmaco vero e proprio sarebbe eccessivo per il problema presente, ma la trascuranza potrebbe portare a problematiche più gravi. Il nostro consiglio è di non utilizzare il fai-da-te, magari affidandosi a pubblicità lette su riviste di dubbia provenienza o ai suggerimenti di un amico. Anche in questo caso il farmacista può giocare un ruolo importante nel lavoro di prevenzione, consigliando il prodotto più indicato per ogni specifico caso e indicando i diversi modi d’assunzione in base alle singole abitudini sia alimentari sia sportive”.

A testimonianza di quanto appena affermato, possiamo portare come esempio la squadra di ciclisti professionisti della Novo Nordisk, team composto unicamente da atleti affetti da questa patologia. Il “Team type 1” venne fondato nel 2005 come squadra dilettantistica da Phil Southerland e Joe Eldridge, due atleti affetti da diabete. Nel 2008 la squadra passò a livello professionistico, come parte di una più ampia fondazione comprendente alcune squadre giovanili e una formazione femminile creata l’anno successivo. Nel febbraio 2015 la squadra ha ottenuto la prima vittoria nei circuiti continentali Uci, nella seconda tappa del Giro delle Filippine grazie al neozelandese Scott Ambrose. A marzo il gruppo è stato invitato alla Milano-Sanremo, esordendo così nell’Uci World tour, con quattro atleti della formazione che giungono al traguardo della Classicissima. La squadra ora ha preso il nome del main sponsor, la Novo Nordisk, una multinazionale danese che opera nel settore farmaceutico, specializzata nella cura del diabete. Lo scopo del team è “ispirare ed educare”, ovvero dare coscienza ai malati di diabete di tutto il mondo che per loro lo sport non deve essere un nemico, bensì potrebbe essere visto – sotto certi aspetti – anche come una medicina alternativa. Il tutto, questo è ovvio, sotto stretto controllo di professionisti specializzati.

Ho portato questi esempi, sia personali di casi che incontro nella mia professione, sia mondiali della squadra ciclistica, per rendere più concreto il consiglio contenuto nella parte iniziale dell’articolo, che ribadisco e sottolineo ancora: oltre a una sana alimentazione è essenziale una corretta attività fisica.

Dott. Paolo Spiranti